Nella legge delega di riforma fiscale, in attesa di pubblicazione, il governo cerca di strappare meno vincoli per l’utilizzo delle nuove tecnologie in chiave antievasione. Con la delega si punta a un cambio di passo in materia di Privacy dei contribuenti cercando di contemperare le esigenze di tutela dei dati sensibili ma anche del gettito.
Un’esigenza sentita anche nel documento finale delle Commissioni Finanze della Camera e del Senato che nel sollecitare un pieno utilizzo delle risorse a disposizione nelle banche dati del Fisco hanno anche segnalato i possibili bilanciamenti fra due esigenze (privacy e gettito) ugualmente da tutelare.
In sostanza secondo il parlamento va garantita al contribuente la conoscenza de dati in possesso dell’Amministrazione Finanziaria in un rapporto di reciproca parità dando piena attuazione al principio del contraddittorio obbligatorio. Gli enti impositori dovrebbero essere obbligati a dare spiegazione della fondatezza delle argomentazioni e dei chiarimenti forniti dal contribuente, mediante pubblicazione.
In tale situazione potrebbe essere dato più spazio all’utilizzo, da parte del Fisco, delle banche dati in suo possesso.
Nella delega quindi, sempre compatibilmente con il regolamento comunitario, il Governo tenterà di eliminare alcuni dei freni e dei vincoli esistenti senza far venir meno il ruolo di Garante dell’Autority sulla Privacy cercando pertanto di scrivere i principi nella delega con il giusto equilibrio fermo restando il necessario controllo successivo.
Quanto detto senza poi far passare in sott’ordine gli importanti dossier già all’ordine del giorno dell’interlocuzione Governo/Autority del Garante della Privacy. Ci riferiamo in particolar modo alla Fatturazione Elettronica che attende l’attuazione della norma risalente alla manovra 2020 per consentire un suo utilizzo più ampio nel tempo (otto anni) e nella quantità di dati (non solo quelli strettamente fiscali). A tal proposito in attesa del maturare dei provvedimenti è stata prorogata al 30 settembre la possibilità di aderire, da parte dei contribuenti, al servizio di memorizzazione delle e-fatture precisando, nel frattempo, che si è alla ricerca di una gestione condivisa del database in cui sono ormai confluite le informazioni di oltre 5 miliardi di documenti elettronici.
A completamento dei rapporti Fisco/Privacy l’interlocuzione in corso in relazione al cosiddetto “anonimometro”, il cui schema di decreto attende da alcune settimane il parere del Garante per divenire operativo.